Ascoltare

Un quartetto di Schubert, il profumo delle camelie d’inverno, il retrogusto pungente di una spremuta con lo zenzero.

Ma soprattutto, ascoltare gli altri, con i loro pensieri nascosti che scricchiolano sotto gli strati più superficiali della pelle.

 

Capire.

Sezionare, inquadrare. I dettagli,

la scienza analitica, le formule.

L’estroso e il diverso.

I bisogni delle persone, le loro piccole ferite e quelle che il tempo ha dissimulato.

 

E poi unire.

Sfilare le fibre  che legano i particolari l’uno all’altro per riannodarle. Cucire le note tra di loro.

 

Credo nell’importanza di cercare

la sfumatura ambrata in un pensiero tutto blu.

O in quella di scrivere un libro pubblicandolo unicamente sul proprio comodino. Essere il pubblico di se stessi, con i risvolti inaspettati  che un’auto-recensione possa avere. Come ad esempio riconoscere una danza melodica nelle proprie parole acciaccate.

 

Penso che la polvere di una fotografia possa far sorridere

un bambino malinconico.

 

 

 

Contact: Maria Balossi Restelli     communication@mariabalossi.it